Microcredito e crisi alimentare

Nell’ultimo
periodo si sente spesso parlare di crisi alimentare, aumento dei
prezzi, ma come al solito quello che ci arriva all’orecchio per
mezzo dei grandi media, è solo una mezza verità. La
faccenda si complica quando, per far fronte al problema energetico,
entra in campo l’intelletto umano: produrre biocombustibile
sfruttando al massimo le colture e le produzioni industriali,
mettendo in circolo il più possibile soia, mais, cereali,
soia…ma è un cane che si morde la coda. Aumenta la
produzione per mettere un freno all’alto costo e consumo di
energia, ma balza alle stelle il costo degli alimenti. È un
sistema produttivo fallimentare che rischia di portarsi dietro gli
strascichi del suo stesso fallimento per un lungo periodo, incidendo
non poco su tutt* noi, ignari consumatori. Abbiamo il diritto di
esigere un sistema diverso, che metta al primo posto il valore del
singolo e non del denaro, l’aiuto reciproco e non la competitività,
il sostentamento e non le produzioni agricole su scala mondiale. Un
sistema economico “alternativo” al mercato globale potrebbe
essere l’esperienza del microcredito e delle banche dei poveri
diffusesi nei Paesi più poveri ma ormai attivate anche nelle
zone più ricche.
 
 

Messa
in onda: 17 maggio 2008

 

Colonna
sonora: Banda Bassotti/Viento, Lucha y Sol

 

Approfondimenti

Microcredito

Muhammad
Yunus

 

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Nicola è ognuno di noi! Manifestazione nazionale

 

 


alle
cittadine e ai cittadini veronesi
alle ragazze e ai ragazzi,studentesse e studenti,
i primi ad
essere coinvolti
in questa tragedia,
alle migranti e ai migranti, i nuovi cittadini,
che conoscono
bene
parole come intolleranza e razzismo,
alle tante realtà formali ed informali
che da tutta italia
hanno
espresso indignazione e solidarietà


Sabato
17 Maggio 2008

MANIFESTAZIONE


concentramento
Stazione Verona Porta Nuova ore 14.00


partenza
corteo dalla Stazione Verona Porta Nuova ore 15.00

Nicola è
ognuno di noi


Per
sconfiggere insieme la paura.
Scendiamo in piazza per svegliare una città che troppe volte ha girato
la
testa. Non deve farlo questa volta.
Non deve farlo mai più.
Mobilitiamoci e riprendiamo la parola prima che l’ipocrisia riscriva
anche
questa storia.


Per una
Verona libera dalla paura e dall’odio,
per una Verona libera da vecchi e nuovi fascismi,
per una città libera dall’intolleranza, dal razzismo, dall’ignoranza.
Perché esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata.
Perché guardarsi all’interno, riconoscere il male profondo del nostro
tempo e
della nostra città è crescere.
Liberi.


Costruiamo
assieme un corteo che attraversi e viva la città
in una giornata aperta alle iniziative e ai contributi positivi di
tutte e
tutti.


Nel 2008 a
Verona si muore ancora di fascismo.


Al posto
di Nicola poteva esserci ognuno di noi.

 

per aderire adesioni17maggio@gmail.com

 

tutte le info per raggiungere Verona 

per avere maggiori info verona17maggio.noblogs.org 

approfondimentiftr indytrasmissione

 

Ora e sempre antifascismo 

 

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Nicola è ognuno di noi – trasmissione

 

 

Si sono spese tante parole sull’aggressione e sulla successiva morte di Nicola Tommasoli, un ragazzo come tanti che in una serata con gli amici ha visto la sua vita spegnersi. Le "lungimiranti" dichiarazioni dell’onorevole Fini riguardo alle bandiere israeliane bruciate, ma soprattutto l’impegno dei media a smentire il carattere prettamente fascista dell’accaduto non sono riusciti a cancellare la nuda e brutale verità: a Nicola è stata strappata la vita per mano della cultura fascista. Nonostante il clima di tensione e l’attenzione rivolta all’accaduto, proprio in questi giorni immediatamente successivi continuano le agressioni, coma a Roma, a Padova, a Bolzano: aggressione di una cultura omicida e violenta che giorno per giorno continua a conquistare i giovani annoiati e privi di valori. Nonostante questo la voglia di continuare a lottare non si è fermata, non si deve fermare: è quello che cercheremo di dimostrare il 17 maggio proprio a Verona, che la città stessa dimostrerà mettendo in chiaro che il fascismo non deve essere più tollerato, in primis da quelle istituzioni che parlano di problema sicurezza. Cercheremo di comprendere la complessità del neofascismo italiano, ma soprattutto di quel laboratorio politico e sociale per le destre che è diventato la città scaligera, grazie anche alla viva voce di Pippo, un’attivista del centro sociale La Chimica, realtà che da anni subisce aggressioni e attacchi e che da tempo denuncia lo stato preoccupante della cultura veronese.

 

Messa in onda: 10 maggio 2008

 

Colonna sonora: Daft Punk/ 

 

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IWW e morti sul lavoro


Nel contesto storico e culturale in cui viviamo, parlare oggi di
lotte sindacali sembra un qualche cosa di così lontano.
Paradossalmente, è un po’ come tornare indietro agli inizi del
secolo scorso, quando un operaio/a aveva uno stipendio da fame,
rischiava la propria vita quotidianamente per poter mettere sotto i
denti un pezzo di pane senza nessuna garanzia, le donne non erano in
alcun modo tutelate. Allo stato attuale delle cose, la situazione non
sembra molto diversa: alle conquiste e alle lotte dei decenni scorsi,
è stata sostituita una nuova formula magica per chi ancora
oggi fatica a trovare un posto stabile in questa società dei
consumi. La precarietà nel lavoro e nella vita. Con una piaga
sociale che ci fa arrivare primi in classifica rispetto agli altri
Paesi Europei: le morti e gli incidenti sul lavoro. Un triste primato
che l’Italia non riesce ad abbandonare, considerando anche come una
politica per risolvere realmente a fatti [e non coi soliti bla, bla,
bla, quando si verifica l’ennesima tragedia] negli ultimi anni non è
stata presa in considerazione. Uno sguardo al passato è quello
che ci resta per attivare pratiche nel presente: una politica
sindacale come quella messa in pratica dall’ IWW, per esempio. I
famigerati Wobblies organizzarono diversi scioperi ai quali
parteciparono migliaia di lavoratori, in cui si rivendicavano diritti
primari nei confronti di operai/e e migranti/e, sabotaggi e decise
rivendicazioni talvolta brutalmente represse con la violenza e la
forza. Ne furono diversi i protagonisti di questo “movimento”,
fra tutti ricordiamo Joe Hill vittima del medesimo sistema sociale
che egli stesso tanto criticava.

 

Approfondimenti

Industrial Workers of the World 

Joe Hill 

Sito ufficiale Wobblies 

Nascita IWW 

No Morti Lavoro 

 

Messa in onda:3 maggio 2008

 

Colonna sonora: Punkreas/Futuro Imperfetto

 

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Il 10 maggio in piazza a Torino per non rendere l’Italia complice del politicidio dei palestinesi

di
Sergio Cararo

Sabato 10 maggio a Torino ci sarà una manifestazione nazionale
che metterà al centro due questioni: la libertà per la Palestina e il suo popolo
e la contestazione della decisione di avere come ospite d’onore lo stato di
Israele nell’edizione di quest’anno della Fiera del Libro.

Sulla inopportunità di questa scelta “politica”, che celebra i
sessanta anni della nascita dello Stato di Israele, ma occulta la speculare
pulizia etnica ai danni della popolazione palestinese (la Nakba) e la negazione
fattuale della nascita di uno Stato di Palestina sei decenni fa, è stato scritto
molto e roventi sono state le polemiche in tutti gli ambiti politici, culturali,
editoriali del nostro paese.

Appelli che hanno chiesto per tempo la revoca di questa
vergognosa decisione sono stati sottoscritti da intellettuali italiani e
stranieri, da scrittori arabi, palestinesi e israeliani, finanche da editori e
case editrici. Alla Fiera mancheranno decine di autori arabi, palestinesi e
israeliani progressisti, ma la direzione della Fiera del Libro è stata
irremovibile. Cosa spiega e cosa manda a dire questa pervicace rivelazione della
"superfluità" dei palestinesi in un evento culturale come la Fiera del
Libro?

1. Questa ostinazione ci manda a dire che la questione
palestinese non è più solo una seccatura messa in liquidazione dal dibattito
politico e dalla coscienza democratica di questo paese, ma che si sta consumando
sotto i nostri occhi quello che è stato opportunamente definito come il
"politicidio dei palestinesi".

In questi anni, abbiamo visto i nostri giornali e i nostri
programmi televisivi ospitare ripetutamente tutti i soggetti della vita politica
e culturale israeliana. Editoriali, interviste, lettere, commenti hanno dato
concretezza al progetto di rendere Israele uno stato “normale”, con la sua
dialettica e le sue asprezze interne. Questa campagna ha potuto godere anche di
una indulgenza straordinaria. Se un qualsiasi scrittore avesse detto che “non
vorrebbe mai avere come vicino di casa un arabo” sarebbe stato – giustamente –
contraddetto dalla comunità democratica, ma nulla di tutto questo è accaduto per
le affermazioni di Abraham Yoshua in una intervista ad un importante quotidiano
italiano. Alla luce di quanto abbiamo visto e letto in questi anni, è difficile
pensare che la “promozione del prodotto Israele” non abbia avuto
sponsorizzazioni e incentivi di un certo rilievo.

2. Al contrario, se monitoriamo i giornali e i programmi
televisivi di questi anni, niente di simile è stato realizzato sul versante
palestinese, eppure anche lì non mancano certo scrittori, poeti, intellettuali,
giornalisti, storici e voci critiche che possano dare l’idea di una società
vivace e articolata per quanto ancora sotto occupazione militare e coloniale. I
palestinesi sono scomparsi come soggetto dell’agenda politica italiana ed
internazionale e sono scomparsi dal dibattito culturale per ricomparire solo
come “miliziani”, o come  vittime senza mai l’onore di un nome, di un
cognome, di una storia, di un volto o nelle vesti di dirigenti incerti e
inaffidabili come i soloni di Ramallah. 

In sostanza i palestinesi sono stati annichiliti nella loro
identità politica e culturale così come le truppe e i coloni israeliani ne
annientano e ne condizionano la vita, la terra e la libertà.

3. I più cinici affermano che la colpa è loro che hanno scelto
di continuare una lotta di liberazione disperata, i più raffinati liquidano la
“seccatura palestinese” con poche frasi di circostanza (due popoli-due stati,
negoziato israelo.palestinese) completamente depotenziate dalla realtà dei fatti
e dalla situazione concreta sul campo. Ecco, questo è il politicidio che anche
la comunità democratica in Italia e in Europa sta perpetrando contro i
palestinesi e che l’organizzazione della Fiera del Libro dedicata a Israele
riassume e manifesta esplicitamente.

4. I richiami moralistici contro il boicottaggio verso gli
apparati politici, ideologici, militari ed economici di Israele diventano
quantomeno risibili. Il boicottaggio è stato e resta un’arma a disposizione
della società civile per contrastare l’azione di governi e stati che violano i
diritti umani e la legalità internazionale. E’ assurdo verificare come l’Italia
aderisca all’embargo contro lo Zimbabwe, Gaza, l’Iran mentre non adotta sanzioni
contro Israele che porta responsabilità assai più pesanti sul piano delle
violazioni dei diritti dei palestinesi  o su un assetto legislativo interno
che configura un sistema legale (e non limitato al pregiudizio) di
discriminazione e apartheid.

L’obiezione non può essere sul target rappresentato dalla Fiera
del Libro (e allora perché le Olimpiadi sì?), semmai la vera obiezione è che
l’Italia avrebbe dovuto e potuto revocare l’accordo di cooperazione militare con
Israele e il vergognoso embargo contro i palestinesi di Gaza.

La sinistra al governo ha avuto due anni di tempo e 150
parlamentari a disposizione per dotarsi di una forte iniziativa politica in
questa direzione….ma non ha trovato il tempo né la voglia di farlo.

5. Oggi il nuovo governo Berlusconi annuncia di voler essere il
migliore alleato di Israele in Europa e le lobby filo-israeliane in Italia si
sono schierate con la destra. La manifestazione del 10 maggio sarà anche la
prima manifestazione pubblica contro le scelte di politica internazionale del
governo delle destre. Sbaglia clamorosamente chi sottovaluta tutto questo, i
risultati delle elezioni dimostrano che queste ripetute sottovalutazioni hanno
provocato la dissoluzione della sinistra nel nostro paese.

La manifestazione nazionale del 10 maggio a Torino e la campagna
“2008 anno della Palestina”, intendono mettersi di traverso rispetto a tale
scenario e riaffermare che la comunità democratica nel nostro paese non può
permettersi di rendersi complice del politicidio dei palestinesi, neanche con
una Fiera del Libro concepita e organizzata con tale presupposto.

www.forumpalestina.org

Israele. Perchè è un sistema di apartheid
Un
dossier che documenta le accuse allo Stato di Israele di essere un sistema di
apartheid
interventi e scritti di: Nelson Mandela, Uri Davis, Uri Avnery,
Jimmy Carter, John Dugard, Mariano Aguirre, Jonathan Cook,  Ali
Abunimah
http://www.forumpalestina.org/news/2008/Maggio08/IsraeleApartheid/IsraeleApartheid.htm

 

 

 

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Nicola è morto

Nonostante le belle parole e le denuncie dai partiti neofascisti è importante sottolineare che proprio a Verona, una città vittima del peggior neofascismo italiano, è successa una cosa del genere: in una città dove la cultura borghese del capitalismo ha reso la società praticamente senza altra cultura se non quella dell’arrivismo, dove chiunque è diverso va allontanato e magari picchiato, dove da anni si permette al Veneto Fronte Skinhead e agli Hellas di fare quello che vogliono per le strade. Ma non ci facciamo ingannare, chi oggi denuncia la morte di Nicola, ieri istigava la violenza. Non a caso proprio l’attuale sindaco con la sua giunta ha dedicato una via ad un idolo e picchiatore fascista.

 

 
 

Appuntamenti

Roma 09/05/08 Antifa a Piazza Trilussa

Verona 17/05/08 Manifestazione nazionale/Nicola è ognuno di noi 

 

 

 

 

Nella
notte tra il 30 aprile e 1 maggio a Verona, in pieno centro, un gruppo
di fascisti di Forza Nuova ha pestato brutalmente un ragazzo di 29 anni
di nome Nicola riducendolo in fin di vita e in coma irreversibile.
L’unica “colpa” del ragazzo è stata quella di rifiutare una sigaretta e
non accettare l’atto arrogante e intimidatorio dei 5 neofascisti, un
pretesto già usato in altre aggressioni per dare il via al pestaggio.
Queste squadracce di nazi fascisti è oltre 3 anni che scorrazzano
impunemente per il centro di Verona aggredendo, picchiando, derubando e
accoltellando chiunque sia “diverso” : l’immigrato, il comunista,
l’anarchico, quello con i capelli lunghi o con l’orecchino….
l’importante è fare “pulizia” nella “loro” città. La loro ferocia è
rivolta a chiunque non entri nei loro canoni estetici o non sia
immediatamente pronto ad abbassare lo sguardo e cambiare velocemente
marciapiede al loro passaggio. Ricordiamo che da anni sono avvenuti
pestaggi a danno di compagni/e, accoltellamenti a militanti
antifascisti e una miriade di aggressioni e furti a ragazzi e ragazze
solo perché avevano un Kebab in mano o perché semplicemente non gli
piacevano ed erano nel “loro” territorio. La polizia, e in primis i
carabinieri di Verona con la complicità della stampa e della
televisione asservita e obbediente, per tre giorni hanno tentato in
tutti i modi di coprire la matrice politica di estrema destra e hanno
materialmente dato la possibilità ai fascisti assassini di poter
scappare all’estero e nascondersi.
Questa continua copertura a Forza Nuova, a Fiamma Tricolore, Veneto
Front, altri infami nazi fascisti e beceri razzisti, a Verona, è
possibile grazie ad una serie di coperture date dal fatto che una buona
parte di questi lerci individui appartengono a quella che viene
definita verona bene, l’elite della verona che sfrutta e produce. Con
l’avvento del sindaco Tosi i paladini della verona pura hanno trovato
piena legittimità vedendo lo stesso aprire i loro cortei segnati da
slogan neonazisti e a selve di braccia tese. Gli slogan lanciati dallo
stesso sindaco Tosi e la sua cricca fascista che lo appoggia e lo
sostiene anche in consiglio comunale con Andrea Miglioranzi e vari
fascisti ripuliti di Alleanza Nazionale, non sono altro che l’appoggio
a queste infami squadracce, che hanno il compito di ripulire dove
polizia e i vari sgherri al soldo dello stato e del comune non possono
arrivare. Questo delirio sicuritario delle ronde e delle squadracce è
figlio della mentalità Leghista e dell’estrema destra che ha sempre
sostenuto attivamente il sindaco Tosi. Queste aggressioni e
l’assassinio di Nicola rispondono alla mentalità leghista e fascista
che ormai da anni ha sviluppato la maggior parte dei “bravi” e “onesti”
cittadini veronesi, che con sbirri, prefetti, e istituzioni locali,
hanno dato carta bianca a questi gruppi di nazisti balordi, in nome
della sicurezza e della “pulizia cittadina” e dell’eliminazione di ciò
che non è uniforme.
Le istituzioni e le sinistre revisioniste riformiste hanno creato
questi mostri che si sentono investiti del potere di stabilire le
regole nelle città, dove la parola sicurezza significa persecuzione del
diverso, mentre nello stesso territorio quella che manca è la sicurezza
sul posto di lavoro, che porta a continue tragiche morti, per il
profitto della classe padronale dalla quale provengono gli stessi
assassini fascisti di Nicola.

Morire
ancora per mano fascista ad oltre sessant’anni dalla liberazione non
deve essere tollerato! Ci appelliamo a tutte le realtà antifasciste ad
autorganizzarsi per stroncare queste formazioni fasciste che tutt’oggi
aggrediscono ed uccidono.

Seguiranno informazioni.

ANTIFASCISTI/E VERONESI.

 

Lettera aperta delle madri per Roma città aperta 

I funerali di Nicola e particolari sull’aggressione 

Forza Nuova e gli assassini di Verona

Sabato 17 maggio manofestazione nazionale antifascista a Verona

Rabbia antifascista 

Chi fabbrica i nazisti? 

Due articoli basati sui dati di ecn.org/antifa 

Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi 

C’è un collegamento tra questi gruppi e la politica istituzionale 

Della sinistra vigliacca e della responsabilità morale 

Un cosiddetto onorevole: le dichiarazioni di Gianfranco Fini

Verona: arrestati due compagni

Verona: analisi 

 

Altri approfondimenti 12345 678 

 

Per essere informato visita www.ecn.org/antifa

 

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Cosenza liberi tutti! siamo tutti sovversivi

Da Supposto Legale 

Oggi 24 aprile 2008 è stata emessa alle ore 19 la sentenza per il
processo del Sud Ribelle, con assoluzione per tutti i 13 imputati
"perchè il fatto non sussiste".
Il teorema Fiordalisi, che accusava i 13 imputati di associazione
sovversiva, è franato rovinosamente; gli imputati che hanno dovuto
affrontare 6 anni di processo e accuse pesantissime sono ora scagionati.
Numerosi in aula i cori contro Fiordalisi e inneggianti alle dimissioni della Digos calabrese.

 

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Case e occupazioni

Uno dei grandi temi assenti in questa
lunga e penosa campagna elettorale è stato il problema
dell’emergenza casa. In molte città italiane, gli affitti
hanno raggiunto prezzi stratosferici e comprare una casa di proprietà
è, da qualche anno a questa parte, uno lusso che solo poch* si
possono ancora permettere. Come se non bastasse, ci si mettono le
banche e la crisi dei mutui, che partita oltreoceano, sta arrivando
anche nella cara vecchia Europa. La politica degli ultimi anni,
riguardo al diritto sociale ad avere una casa, è andata
proprio nel senso opposto: nessuna garanzia per i più
bisognosi, affitti sempre più alti, obbligo di mutui e di
indebitamento con le banche, nessun piano di edilizia popolare. Tutto
per soddisfare il dio denaro e consegnare la situazione in mano al
mercato immobiliare e ai costruttori. A Roma sono ormai decine i casi
di sfratto “forzato” che si sono verificato solo nell’ultimo
mese. Ed è anche per smuovere la situazione e la coscienza
pubblica che proprio il 7 aprile scorso alcune centinaia di persone
hanno occupato una zona nei pressi di Piazza Venezia, sotto il
Campidoglio, con tende e case improvvisate, formando una “città
della dignità”, prontamente sgomberata dalle forze
dell’ordine, provocando alcuni feriti e 9 arresti. Donne, bambini,
migranti, italiani che vogliono ribadire che il diritto alla casa è
per tutt* e non solo per quei pochi che se lo possono permettere. C’è
da sperare che si faccia fronte al potere monopolistico del mercato e
delle agenzie immobiliari, ma si sa che i pensieri del nuovo governo
non sono certo questi…

 

Messa in onda: 19 aprile 2008

 

Colonna sonora: Offlaga Disco Pax/Bachelite

 

Ascolta la trasmissione  

 

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11 e 12 aprile 2008 Due giorni di azioni per gli squat e le zone autonome

 

 

 
 

Venerdì 11 e sabato 12 aprile, organizzaremo una due giorni di
dimostrazioni, azione diretta, informazione, street-party, occupazioni…
in difesa degli spazi occupati e per una cultura popolare
anticapitalista. Attraverso questi due giorni, noi vogliamo dare un
aiuto per creare maggiore visibilità agli spazi autonomi e alle
occupazioni come un movimento politico europeo/globale. Vogliamo
sviluppare una connessione e una solidarietà tra i posti occupati e le
zone autonome.

Vogliamo mantenere collegamenti tra gli spazi con le nuove persone e
con chi lotta. Desideriamo costrire per gradi la nostra capacità di
sormontare l’onda di repressione che cade su noi. Un momento per
decentralizzare e autorganizzare azioni di tutti i tipi, come la gente
ritiene opportuno nel suo contesto locale. Qui di seguito potrai
trovare i contenuti politi che vogliamo dare a questa due giorni.

Per avere maggiori info

Inoltre qui potete leggere un interessante opuscolo chiamato Pagine Nere riguardante la situazione italiana, oppure scaricatelo e stampatelo da qui

 

 

 

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La lunga “marcia” di una fiaccola impopolare

Abbiamo parlato della complicata situazione tibetana, e aspettavamo questa lunga marcia della fiaccola olimpica più contestata della storia. A Londra gli attivisti pro-Tibet hanno dato filo da torcere alle forze dell’ordine, ma a Parigi le cose si sono messe malino: c’è chi non drammatizza la situazione ma per ben quattro volte (forse cinque) la fiaccola è stata spenta, fino a far morire le ultime speranze degli organizzatori e finendo la marcia in un autobus scortato da un nutrito numero di poliziotti. Una figura niente male per il governo cinese e per gli organizzatori francesi, ma soprattutto una grande vittoria per il movimento. E mercoledì a San Francisco si presenterà uno scenario molto simile a quello di oggi, viste anche le prime manifestazioni che si sono tenute oggi.

Le cose sembrano volgere al peggio per questa edizione "orientale" delle olimpiadi: la situazione sembra volgere sempre al meglio per chi voleva far sentire la propria voce contro la repressione in tibet da parte del governo cinese, che sembra non volersi proprio fermare visti anche gli ultimi episodi. Persino dagli U.S.A. (non senza una dose non indifferente di opportunismo geopolitico) arrivano voci per boicottare Pechino 2008, anche se solamente per quanto riguarda la parte politica. Ma a questo punto non sarebbe il caso di boicottare le olimpiadi nella loro totalità? Il senso di questa manifestazione non sarebbe quello di unire i cittadini del pianeta? Di fronte all’intolleranza e la violenza del governo cinese nei confronti dei tibetani, di fronte alla lotta a livello mondiale del movimento pro-Tibet, non sarebbe il caso che gli atleti prendano una posizione "politica" per le prossime olimpiadi? O l’essere un atleta presume correre e non pensare a quello che succede sotto i propri piedi? Ci rivengono in mente quegli atleti afroamericani con il pugno alzato, chissà cosa farebbero ora.

Approfondimenti 1 2 3 

Aggiornament: A San Francisco la fiaccola è stata accolta come nel vecchio continente, alcune fonti 1 2 3  

 

 

 

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