La lunga “marcia” di una fiaccola impopolare

Abbiamo parlato della complicata situazione tibetana, e aspettavamo questa lunga marcia della fiaccola olimpica più contestata della storia. A Londra gli attivisti pro-Tibet hanno dato filo da torcere alle forze dell’ordine, ma a Parigi le cose si sono messe malino: c’è chi non drammatizza la situazione ma per ben quattro volte (forse cinque) la fiaccola è stata spenta, fino a far morire le ultime speranze degli organizzatori e finendo la marcia in un autobus scortato da un nutrito numero di poliziotti. Una figura niente male per il governo cinese e per gli organizzatori francesi, ma soprattutto una grande vittoria per il movimento. E mercoledì a San Francisco si presenterà uno scenario molto simile a quello di oggi, viste anche le prime manifestazioni che si sono tenute oggi.

Le cose sembrano volgere al peggio per questa edizione "orientale" delle olimpiadi: la situazione sembra volgere sempre al meglio per chi voleva far sentire la propria voce contro la repressione in tibet da parte del governo cinese, che sembra non volersi proprio fermare visti anche gli ultimi episodi. Persino dagli U.S.A. (non senza una dose non indifferente di opportunismo geopolitico) arrivano voci per boicottare Pechino 2008, anche se solamente per quanto riguarda la parte politica. Ma a questo punto non sarebbe il caso di boicottare le olimpiadi nella loro totalità? Il senso di questa manifestazione non sarebbe quello di unire i cittadini del pianeta? Di fronte all’intolleranza e la violenza del governo cinese nei confronti dei tibetani, di fronte alla lotta a livello mondiale del movimento pro-Tibet, non sarebbe il caso che gli atleti prendano una posizione "politica" per le prossime olimpiadi? O l’essere un atleta presume correre e non pensare a quello che succede sotto i propri piedi? Ci rivengono in mente quegli atleti afroamericani con il pugno alzato, chissà cosa farebbero ora.

Approfondimenti 1 2 3 

Aggiornament: A San Francisco la fiaccola è stata accolta come nel vecchio continente, alcune fonti 1 2 3  

 

 

 

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