A Gaza la peggiore crisi umanitaria dal ’67

Già prima del gravissimo attentato a Gerusalemme tensione e scontri tra israeliani e palestinesi non erano mancati, nella consueta zona di confine tra Striscia di Gaza e territorio israeliano. In mattinata i miliziani palestinesi hanno fatto esplodere una bomba al passaggio di una jeep con quattro soldati di Tsahal, in perlustrazione al confine: un militare è morto e gli altri tre sono rimasti feriti, uno in modo serio. Un portavoce della Jihad islamica ha rivendicato l’attentato. Un raid israeliano sulla Striscia ha invece ucciso in serata quattro miliziani delle Brigate di al-Quds, braccio armato della Jihad. E per tutta la giornata sono continuati i lanci di razzi Qassam sulla città israeliana di Sderot, sono state colpite tre abitazioni e, in un caso, quattro persone sono rimaste leggermente ferite.
Ieri stesso il Consiglio dell’Onu sui diritti umani ha preso posizione sull’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza dei giorni scorsi (che ha fatto oltre 100 vittime), approvando una risoluzione che la condanna. Il testo chiede anche «l’immediata cessazione di tutti gli attacchi israeliani e del lancio di razzi contro Israele». Il documento, proposto dal Pakistan a nome dell’Organizzazione della conferenza islamica, è stato approvato con 47 voti a favore, 13 astensioni (tra cui quella dell’Italia e degli altri Paesi Ue) e un voto contrario, quello del Canada.
Intanto otto organizzazioni non governative britanniche, tra cui Amnesty International Gb e Oxfam, hanno lanciato un allarme umanitario. «La situazione di un milione e mezzo di palestinesi nella Striscia di Gaza – si legge nel rapporto diffuso ieri – è la peggiore dal 1967», anno in cui iniziò l’occupazione israeliana: l’80% della popolazione di Gaza dipende, secondo le Ong britanniche, dagli aiuti alimentari, mentre la disoccupazione è salita al 40%; la rete idrica e quella fognaria, inoltre, sono sull’orlo del collasso e negli ospedali manca l’energia elettrica anche per 12 ore al giorno. Gerusalemme ha respinto seccamente ogni accusa, affermando che l’ingresso di medicinali e aiuti non è stato mai impedito, né sono state ridotte le forniture di energia elettrica e di carburante: l’unica responsabilità per il deterioramento della situazione – è la conclusione – va attribuita ad Hamas.

Con l’occasione vi diamo una comunicazione di servizio. La puntata di domani è dedicata proprio alla questione palestinese, ed in particolare agli ultimi accadimenti. Per problemi tecnici non sarà possibile registrarla, quindi non potremo inserirla nel blog. Per chi fosse interessato l’unica soluzione è collegarsi in streaming da qui durante la diretta domani, sabato 8 marzo, dalle 1400 alle 1500. Sorry

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