Genova 17 novembre 2007: manuale d’uso

Tralasciamo l’importanza e le
motivazioni per andare tutti/e a Genova, non sono mai sprecate le
parole volte a non dimenticare, ma ci sono numerosissime informazioni
in giro sulla rete a riguardo e comunque potete cliccare qui.
Questo post vuole dare informazioni sul 17 novembre e come arrivare.
Chiunque è invitato ad aggiungere indirizzi inerenti nei
commenti.

Prima di tutto
finalmente sembra disciolta la situazione treni speciali con prezzi
"politici", quindi prima di tutto gli orari:

Da Napoli venerdì
16 novembre ore 16:11 Stazione Centrale e a Roma venerdì 16
novembre ore 20:30 Stazione Tiburtina

Da Firenze sabato 17
novembre ore 7.15 in Stazione Santa Maria Novella, Empoli ore 8.20,
Pisa ore 9.02, Viareggio ore 9.19

Da Rimini sabato 17
novembre ore 7.00 in Stazione, Bologna ore 8.00 Stazione Centrale,
Reggio Emilia ore 8.30 in Stazione, Parma ore 9.00 in Stazione

Da Gorizia ore 5.20,
Trieste ore 6.00, Monfalcone ore 6.30, Trento ore 7.30, Treviso ore
7.30, Venezia ore 8.15, Mestre ore 8.20, Padova ore 8.30, 
Vicenza ore 8.45, Verona ore 9.15, Brescia ore 9.30

Da Milano ore 11.00 Stazione Centrale
Per quanto riguarda la Lombardia e il nord Italia in genere qui
informazioni dettagliate su orari, come arrivare e contatti per
informazioni (trovate anche molto altro materiale)


Concentramento sabato 17 novembre ore 14 Piazza di Negro

Da Supporto Legale il percorso: Punto di raccolta a Ponte dei Mille, e partenza attorno alle 16. Si
procederà lungo via Gramsci fino a Caricamento per poi risalire corso
Saffi. La manifestazione svolterà in via Ruffini per poi imboccare via
Corsica fino all´incrocio con via Bixio. Qui il serpentone raggiungerà
la basilica di Carignano per poi scendere lungo via Fieschi e quindi,
attraversata piazza Dante concludere la camminata in piazza De Ferrari. Scarica la mappa.

A fine corteo ci sarà il concerto con Roy Paci, Assalti Frontali, Bisca e Zulu.

Per informazioni logistiche: Indymedia
Liguria

Indymedia sarà presente con un mediacenter in Piazza De Ferrari – non odiare i media: essilo! –

 

Approfondimenti:

Intervista a Blicero – Supporto Legale

Intervista a Mina – Supporto Legale 

Radio onda rossa sulla requisitoria

Radio onda rossa sulle questioni genovesi

Tutte le udienze

Riassunto dei processi 

Da Carmilla: Genova e la storia italiana e la falsa moralità della legge

Sito della segreteria legale

 

Materiali:

Un piccolo manuale di autodifesa legale

e uno più sostanzioso

Prevenzione e trattamento lacrimogeni e spray al peperoncino 

Blu notte sul g8

OP. l’ordine pubblico a Genova

G8 Genova 2001

La controinchiesta su Piazza Alimonda

 

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Carlos vive nei nostro cuori

 

 

E la stupida logica fascista torna a uccidere. Questa volta non nel nostro bel paese messo a ferro e fuoco dagli ultrà, ma nella Spagna del "prode" Zapatero. I fatti nudi e crudi.

La Gioventù di Democrazia nazionale, partito di estrema destra
aveva convocato una manifestazione nel quartiere di Legazpi contro
l’immigrazione per domenica 11 novembre. Un gruppo di antirazzisti e antifascisti era sulla
metro per raggiungere Porta del sol dove c’era un concentramento per
impedire lo svolgimento del raduno razzista. Carlos era con altri
compagni nella metropolitana quando è stato attaccato e pugnalato al
cuore con un coltello da caccia di 25 centimetri. È morto prima che
potessero arrivare i soccorsi. Un suo compagno di 19 anni è grave in
ospedale con una ferita al polmone.

Mentre Carlos veniva ucciso la polizia caricava il presidio
antifascista a Puerta del sol con lacrimogeni e proiettili di gomma
lasciando svolgere la manifestazione razzista e terminando di caricare
solo a parata finita. Durante gli scontri sono rimaste ferite almeno
altre otto persone e arresati diversi attivisti. Durante tutta la
giornata si sono susseguite manifestazioni di rabbia e solidarietà in
varie parti del paese, in particolare ieri sera migliaia di persone
hanno riempito Puerta del Sol e al grido di «No Pasaran» e di
«Asesinos». I manifestanti hanno in seguito cercato di bloccare le
strade prinicipali di Madrid, la polizia ha reagito ancora con cariche.

Il presunto assassino di Carlos, che era figlio unico e viveva con la
madre, è stato arrestato, si chiama Josuè ha 24 anni ed è un soldato di
professione. Secondo l’agenzia spagnola Efe, la morte di Carlos porta
ad otto le vittime per mano fascista dal 1991 quando un travestito fu
assassinato a Barcellona. Tre di queste solo a Madrid.

Tutto questo proprio quando il governo Zapatero ha intrapreso una strada giuridica volta a chiudere definitivamente il passato franchista della Spagna, cancellando tutto ciò che era riconducibile a quel nero periodo storico. Ma allora perchè fascisti possono sfilare innegiando ai loro "eroi" e elargendo odio nei confronti di chi cerca una vita migliore? Perchè chi è sceso in piazza per protestare contro il razzismo e le fiaccolate "punitive" viene caricato dalle forze dell’ordine?

Carlos continuerà a vivere e lottare insieme a noi.

Solidarieta ai compagni antifascisti spagnoli!

 

su http://www.ecn.org/antifa

e su http://www.globalproject.info

riguardo alle forze dell’ordine spagnole 

http://www.nodo50.org/antifa

http://madrid.indymedia.org

 

 

 
SENZA TREGUA
Ora e sempre antifascisti
 
 

 

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Lo spettro della repressione continua a infrangere la vita dei compagni

Sabato si avvicina. Si torna in piazza per protestare contro le sentenze di Genova nel 2001, ma si torna in strada per non lasciare solo chi oltre che le botte, le torture, le sopraffazioni, vede la propria vita rovinata dalla logica sbagliata di un sistema economico sempre più gerarchico. Ma altre sentenze vengono emesse, altre vite rovinate, quelle di chi pensa che il fascismo dovrebbe scomparire dalla faccia della terra e rimanere come monito nel passato che gli appartiene.

 

Comunicato sulla sentenza d’appello per i fatti dell11 marzo

DEVASTANO le nostre VITE E SACCHEGGIANO il nostro FUTURO

60 anni di carcere per 15 degli antifascisti arrestati l’11 marzo 2006.


Due le assoluzioni per non aver commesso il fatto, una condanna a 4 mesi per porto d’arma impropria. Questo il risultato del processo d’appello che si è concluso oggi a
Milano dove, in sostanziale continuità con la sentenza di primo grado,
viene confermato il reato di devastazione e saccheggio. Un chiaro
messaggio a tutti coloro che si erano illusi della possibilità, a due
anni dai fatti, di una derubricazione del capo d’imputazione.
La linea tenuta dalla magistratura conferma la volontà di colpire duramente, attraverso l’utilizzo del concorso morale in devastazione e
saccheggio, le manifestazioni di dissenso e scontro di piazza. Così per
Genova, così per Torino, e così sarà d’ora in avanti…


Un processo che ha voluto essere fin dall’inizio un processo politico
sia nella scelta dei capi di imputazione, che nell’utilizzo
indiscriminato della carcerazione preventiva (4 mesi in galera seguiti più 3 mesi di domiciliari e altri di obblighi di firma), e infine nelle
motivazioni della sentenza di condanna confermata dalla corte d’appello. Quell’11 marzo, a seguito dell’autorizzazione a sfilare concessa dalle
autorità cittadine ai nazifascisti della Fiamma Tricolore scoppiarono
scontri tra gli antifascisti, scesi in piazza per impedire la
vergognosa manifestazione, e la polizia.
Agli arresti e alle condanne si è associato il meccanismo di demonizzazione attraverso i mezzi di informazione, con il consueto atteggiamento da “sbatti il mostro in prima pagina”, cercando così d’isolare gli imputati dal tessuto sociale che li circonda e spezzare la solidarietà.
Una solidarietà che va costruita e alimentata per contrapporre la
nostra verità a quella processuale e mediatica oggi a Milano come a
Genova, altro processo in cui l’accusa chiede condanne esemplari (per
un totale di 225 anni di carcere), sempre attraverso l’utilizzo della
devastazione e saccheggio.
Le
giornate del luglio 2001 sono un pezzo della nostra storia, della
nostra memoria, a cui tocca tornare se vogliamo comprendere
l’evoluzione e il consolidamento dei disegni repressivi e delle derive
securitarie in atto oggi in Italia e non solo. Mai come nel caso di
Genova il sistema calò la maschera, mostrandosi in tutta la sua
brutalità, con la violenza in divisa che culminò nella mattanza alla
scuola Diaz.
Mentre gli artefici e i responsabili dei pestaggi in piazza e delle
torture nelle caserme venivano promossi di grado, chi quei giorni era
in strada per manifestare si trovava alla sbarra a doversi difendere da
accuse pesantissime. L’impunità dei picchiatori in divisa non fu un
passo verso l’avvallamento dei disegni di una destra autoritaria che si
apprestava a governare l’Italia per 5 anni, seminando paure per poi
proporre soluzioni forti, consistenti nell’aumento del controllo
sociale ai danni di chi si sceglie di opporsi a un sistema ingiusto,
prepotente e autoritario. In questi sei anni abbiamo visto cambiare radicalmente le nostre città, con una continua esasperazione del bisogno di sicurezza cavalcato da
politici e mass media, che si è tradotto in una crescente
militarizzazione del territorio, nella continua criminalizzazione delle
diverse forme di dissenso, nell’accanimento contro le fasce più deboli
e marginali della popolazione e in un rigurgito di razzismi e
autoritarismi. Una prassi reiterata dal governo attuale, e in
particolare dai rappresentanti del Partito Democratico.
E’ quindi necessario costruire e organizzare la solidarietà con i 25 compagn imputati a Genova il 17 novembre. E’ la nostra storia che viene
messa alla sbarra e dobbiamo quindi costruire intorno alla vicenda
processuale un forte momento di risposta e di lotta.
Invitiamo tutti e tutte a riprenderci le strade di Genova per esprimere
la massima solidarietà e complicità con i 25 imputati e per rivendicare
ad alta voce il nostro rifiuto per una società che sembra assomigliare
ogni giorno di più a una prigione.


Mai liberi finchè l’ultimo sarà schiavo!

Libereribelli

 

Da www.ecn.org/antifa 

 

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Il Vaticano continuerà a non pagare l’ICI sugli immobili utilizzati a fine di lucro

 

 

 

Comunicato stampa da Facciamo Breccia

 

Il 7 novembre 2007 il Senato della Repubblica ha votato, e
respinto a larga maggioranza, un emendamento alla Finanziaria che
prevedeva di eliminare l’esenzione dell’Ici agli immobili di proprietà
della chiesa cattolica utilizzati a scopo di lucro.

Questi i numeri bulgari dell’ennesimo cedimento sui diritti e
sulla laicità dello stato, in perfetta continuità con il governo
Berlusconi:  240 contrari, 48 astenuti, 12 favorevoli.

Facciamo
Breccia denuncia l’asservimento del parlamento italiano al Vaticano e
ritiene grave la dichiarazione di astensione da parte di quelle forze
politiche che si sono “pilatescamente” astenute con la motivazione
della necessità di evitare la caduta del governo (a parte che non c’era
assolutamente bisogno dei loro non-voti per continuare a pagare la
“tangente” al Vaticano).

Tre domande:
Sarebbe questo il governo che difende la laicità, come vorrebbe farci credere?
Perché
il governo dovrebbe cadere se l’Italia smette di farsi richiamare
dall’Unione Europea perché mantiene uno stato extra-comunitario poco
bisognoso e poco democratico?

E se anche cadesse, perché
dovrebbe dispiacere se cade un governo filo-vaticano? Forse perché
troppi/e senatori/trici devono ancora maturare la pensione?

Un
motivo in più per scendere in piazza a Roma il prossimo 9 febbraio
nella terza manifestazione NO VAT, più autodeterminazione meno vaticano.

7 novembre 2007

IL COORDINAMENTO FACCIAMO BRECCIA

 
Scarica il comunicato stampa 

 

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Termovalorizzatori, biomasse e la questione marsicana

Situazione che si potrebbe delineare nei Marsi

In questi periodi si sente spesso
parlare di termovalorizzatori, inceneritori, torcia al plasma…ma
come al solito i media tradizionali non vanno fino in fondo alle
notizie. Tutto è scontato, compreso, acquisito. Questo, in
realtà , è un momento estremamente delicato per il
nostro futuro, momento in cui si stanno pianificando le prossime
politiche in campo energetico, in cui si giocano equilibri e si
scoprono le carte. Troppi sono gli interessi economici e finanziari
che si celano dietro questi interventi e i giochi sono fin troppo
delicati per permettere a chiunque di comprendere come, ancora una
volta, saranno sempre i soliti noti a ricavarne il maggior guadagno.
L’ Italia non è certo fra i primi Paesi nel campo della
prevenzione e gestione di quelle iniziative di promozione e ricerca
per un energia che sia il più possibile pulita e rinnovabile.
E la sensazione è che anche in questo caso si avrà la
solita “gestione all’italiana” della faccenda.

In Abruzzo, ad esempio, cuore verde
d’Italia, si pianificano immense strutture di produzione energetica
(6 tra termovalorizzatori ed impianti a biomasse) che andranno ad
impattare pesantemente con il territorio, oltre che creeranno a
livello salutistico diversi disagi alla popolazione che anima quei
luoghi. E questo, secondo le ultime fonti, è solo l’inizio:
saranno previsti oltre 140 impianti di inceneritori,uno per ogni
provincia, da costruirsi nei prossimi anni.

Ma sarà davvero questa l’ultima
frontiera di produzione energetica, in modo da sfamare la nostra
interminabile sete di energia?

 

Collaborano con noi: il Professor Tamino, esperto in termovalorizzatori e biomasse e Sefora Inzaghi del comitato contro i termovalorizzatori

 

Messa in onda: 3 novembre 2007

 

Colonna sonora: Ray Daytona and Googoobombos/Great expectations

 

Siti utili:

www.wikipedia.org

www.site.it

www.lanuovaecologia.it

 

Ascolta la trasmissione qui:

http://www.goear.com/files/localplayer.swf?file=a2a0b1a

oppure scarica la puntata da qui

 

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Guerra ai writers e tolleranza zero

Un paio di settimane fa, a Bologna, un gruppo di ragazzi è stato
fermato mentre faceva delle scritte e dei disegni su un muro del centro
cittadino. Nei giorni subito seguenti (con una rapidità degna di
miglior causa) sono stati processati e condannati.

Per la prima volta nella storia della repubblica italiana sei persone
sono state condannate a pene detentive per aver scritto su un muro:
Juan Antonio Fernandez Sorroche e Miroslav Bogunovic a dieci mesi di
carcere, David Martini, Michele Alessio Del Sordo, Belle Alicia Murphy
a quattro mesi. A nessuno è stata concessa la sospensione condizionale
della pena, nemmeno agli ultimi tre, Martini, Murphy e Del Sordo,
incensurati. Così ha deciso il giudice di Bologna Liviana Gobbi. Non se
n'è parlato molto, di questa sentenza, anzi quasi è passata
inosservata. Eppure si tratta di una sentenza raccapricciante di un
vero segno di barbarie il cui primo responsabile è colui che ha usato
Bologna per sperimentare la politica securitaria che, pur essendo
fallita politicamente in questa città dato che ha portato il governo
cittadino allo sfascio, oggi sembra essere divenuta la linea del
Ministro Amato. Dieci mesi di carcere senza condizionale per avere
scritto su un muro. Qualcuno osservato che scrivere sui muri sporca i
muri della città. Ma se le pareti cittadine sono sporche questo è
dovuto soprattutto agli enormi cartelloni levigati che incitano al
consumo. Ci sono schermi perfino sugli autobus e nella stazione
ferroviaria che ripetono continuamente quale sapone dobbiamo comprare e
quale auto dobbiamo condurre a duecento all'ora. L'inquinamento
acustico e visivo che la pubblicità impone in ogni momento non è forse
una violenza molto più grande e sistematica di quella dei writers? La
sentenza, che in un primo momento è passata nel silenzio generale,
forse può diventare l'occasione per aprire questioni di grande
interesse, dalla questione della libertà di espressione, a
quell'inquinamento pubblicitario, a quella del rapporto tra arte e
spazi urbani.
Su Il Domani , giornale cittadino bolognese, domenica 28 ottobre Oscar
Marchisio, a nome del Cantiere metropolitano lancia una proposta: un
incontro internazionale del graffitismo contemporaneo da tenersi a
Bologna. Nel 1983 alla Galleria d'arte moderna di Bologna Francesca
Alinovi organizzò una mostra sul graffitismo americano che presentò il
lavoro di Dash, Rammelzee, Keith Haring, Chamberlain e gli altri
artisti di strada dei primi anni Ottanta. A partire dal futurismo e dal
dadaismo, l'arte del Novecento punta a rompere la barriera fra l'arte e
la vita quotidiana, e in particolare la barriera che separa l'attività
dell'artista da quella dell'urbanista. L'incontro proposta dal cantiere
metropolitano sarà anzitutto l'occasione per ricostruire la storia dei
rapporti tra avanguardie artistiche e creazione dello spazio pubblico.
Ma un altro aspetto importante è il rapporto fra creatività e
produzione sociale. Le ricerche di Richard Florida sulla classe
creativa hanno dimostrato che una società è tanto più dinamica e
innovativa quanto più favorisce la formazione e la libera espressione
di un vasto numero di lavoratori creativi. Una città come Bologna non
può non essere sensibile a questo tema, dal momento che la sua vitalità
è sempre stata legata alla produzione di saperi, di forme di vita e di
stili. Nei suoi libri ( The rise of the Creative Class , 2002 e The
Flight of the Creative class , 2005) Richard Florida sostiene che la
formazione e la concentrazione della classe creativa sono legate a tre
fattori: tecnologia, talento e tolleranza.
Il caso di Bologna rientra benissimo nella teoria di Florida. Da quando
il clima sociale e culturale della città si è cofferatizzato, l'appeal
della città si è ridotto, fino al punto che quest'anno all'Università
di Bologna le iscrizioni sono calate del 10%. Se pensiamo ai toni
paranoici con cui è stata costruita la campagna securitaria, e agli
effetti di aggressività e diffidenza che questa campagna ha prodotto
nella vita quotidiana della gente, è comprensibile che le famiglie
sconsiglino ai figli di andare in quella specie di Sodoma e Gomorra. Se
è vero che la tolleranza è una delle qualità che rendono una città
dinamica e attrattiva per le energie creative, cosa dobbiamo pensare di
una città che ha costruito la sua immagine recente sulla base dello
slogan "tolleranza zero"?
Racconto un episodio che mi è capitato qualche sera fa: ho chiamato un
taxi e ho detto all'autista l'indirizzo dove avrei voluto andare: via
Zamboni, la via che attraversa il quartiere universitario, intorno a
cui la stampa cittadina ha costruito leggende terrificanti, e su cui si
esercita l'inventiva sicuritaria dei benpensanti. Il giovane taxista
(un ragazzone alto un metro e novanta) si è voltato e mi ha detto: «In
quel posto non ci vado neanche morto. Fanno a bottigliate tutte le
sere, accoltellano la gente. La macchina è mia non voglio che me la
distruggano. Certa gente dovrebbe essere eliminata». Mi ha detto
proprio così, queste quattro frasi in rapida successione. Io abito in
quella via da sei anni e non mi è successo mai niente. I ragazzi si
abbracciano, strepitano, comprano marijuana se si trova, oppure bevono
birra, qualcuno vomita in un angolo qualcuno piange perché la ragazza
l'ha piantato. Niente di cui preoccuparsi.
Un incontro del graffitismo internazionale è l'occasione giusta per
aprire un canale di comunicazione sulla bellezza e la piacevolezza
della vita urbana, coinvolgendo insieme studenti e residenti, artisti e
commercianti. E anche per dichiarare collettivamente e pubblicamente
che la repressione è sempre il modo peggiore per affrontare i bisogni
espressivi.

Franco Berardi Bifo

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Camera, stop a inchiesta su G8

A volte non sai se piangere o se urlare di rabbia. 

 

ROMA
La commissione
Affari Costituzionali della Camera boccia la proposta di legge per istituire una commissione di
inchiesta sul G8 di Genova
con i voti della Cdl e di Di Pietro e
Mastella è scoppia una feroce polemica nell'Unione. Con 22 voti contrari e 22
voti favorevoli la commissione non è riuscita ad affidare il mandato al
relatore a riferire in aula. Quanto basta per far insorgere la sinistra
radicale che lancia l'accusa: "Idv e Udeur sabotano il programma".
"Un atto gravissimo, preferiscono insabbiare", il commento deluso del
ministro Paolo Ferrero di Rifondazione comunista mentre il suo partito per
bocca del capogruppo Gennaro Migliore attacca: "Per noi è un fatto di
gravità assoluta, intervenga Prodi". "Clamoroso non voler trovare la
verità", aggiunge il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Ed anche il
presidente della Camera Fausto Bertinotti fatica a tenere a freno
l'irritazione. "Cosa penso? – ha detto ai giornalisti – Non dovreste fare
fatica ad immaginarlo". Ma il ministro Mastella cade dalle nuvole:
"La commissione? Nel programma non l'ho vista". E Antonio Di Pietro
aggiunge: "Volevano indagare solo sulla polizia, una giustizia a metà. Noi
vogliamo una commissione che indaghi sia sui manifestanti che sugli abusi delle
forze dell'ordine". Insomma uno sfregio alla sinistra radicale di cui
Romano Prodi capisce tutta la pericolosità tanto che in serata da Palazzo Chigi
lasciano trapelare un'indiscrezione: "La decisione è del parlamento ma il
governo valuterà e si esprimerà". Di più Palazzo Chigi non può dire.

A
scatenare il putiferio in commissione Affari costituzionali sono stati il
dipietrista Carlo Costantini che ha detto 'no' insieme all'unico deputato
dell'Udeur, mentre l'altro esponente dell'Idv, il capogruppo alla Camera
Massimo Donadi, non si è presentato. I due esponenti della Rosa nel Pugno,
Cinzia Dato e Angelo Piazza, non hanno preso parte alle votazioni.

Per fare il colpaccio i
parlamentari dell'opposizione sono ricorsi ad un espediente. Infatti mezz'ora
prima del voto i parlamentari del centrosinistra erano in sovrabbondanza.
Nessuno temeva per il peggio visto che mancavano all'appello sette esponenti di
Forza Italia. Pochi minuti prima della conclusione dei lavori si è presentata
in commissione una nutrita 'pattuglia' di deputati azzurri guidati dal
capogruppo Elio Vito. E il loro arrivo ha fatto la differenza. A quel punto
anche nell'Unione si è cominciato a telefonare freneticamente agli assenti per
vedere di non andare sotto su un provvedimento tanto delicato.

Ma non c'è stato nulla da
fare perché l'ultimo "convocato" dell'Unione è arrivato troppo tardi,
subito dopo il voto. Su 44 votanti 22 hanno detto sì e 22 'no' e quando si
arriva alla parità, per regolamento, il mandato al relatore a riferire in Aula
non viene conferito. La Cdl ha esultato per questa bocciatura, mentre la
maggioranza ha lasciato la commissione piuttosto delusa ed inizia la resa dei
conti.

La Sinistra radicale
infuriata carica a testa bassa dipietristi e mastelliani colpevoli, secondo il
Verde Paolo Cento, di "aver sabotato il programma dell'Unione". Haidi
Giuliani parla di "indignazione fortissima per il comportamento di Idv e
Udeur che disattendono gli accordi comuni firmati nel programma
dell'Unione". E Cento aggiunge: "Ora la parola passi ai movimenti e
alla mobilitazione popolare che mi auguro sia grande in occasione della manifestazione
del 17 già convocata a Genova nella quale sfileranno i protagonisti di quelle
giornate. Le istituzioni si impegnino alla piena agibilità delle piazze in
quella giornata". Nella maggioranza anche Ermete Realacci parlamentare del
Pd è critico con gli alleati. "Quello che accade nei giorni del G8 – dice
– rimane una ferita aperta nella nostra storia e nel rapporto tra cittadini e
forze dell'ordine. Ancora oggi abbiamo la necessità di avere massima
trasparenza e conoscere la verita".

In serata, il vicepremier
Rutelli parla di "situazione che si può recuperare" – senza però
precisare la natura di successivi sviluppi – e poi commenta: "Forse
qualcuno si è distratto".

Di parere opposto la Cdl
che commenta: "Sconfitto chi voleva processare le forze dell'ordine"
con il leader di An Gianfranco Fini che si spinge ancora più in là: "La
commissione d'inchiesta sul G8 era unicamente una cambiale che si pagava agli
amici dei black bloc: alla sinistra più radicale".

(30 ottobre 2007)
da Repubblica.it

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Acqua bene comune

 

 

Che cosa è l'acqua: un
bene comune? Un elemento essenziale per la vita dell'uomo e del
nostro ecosistema? O solo un qualche cosa da poter sfruttare
economicamente ed un fattore commerciale?

Nella nostra legislatura si parla,
ormai da qualche anno, di ATO (ambito territoriale ottimale) che
affida la gestione dell'acqua in tutte le sue fasi a gestori privati,
decretandone la qualità del servizio e le relative tariffe. È
da qualche tempo che la si definisce come il “petrolio del futuro”
o “l'oro blu” mettendo in risalto come nei prossimi anni diventi
indispensabile assicurarsene la giusta provvigione.

Ormai, l'acqua è diventata una
vero e proprio business che fa guadagnare svariati migliaia di euro
alle compagnie che ne gestiscono il mercato. E non è un caso
che il nostro Bel Paese, ben rifornito di materia prima grazie alla
bontà del nostro territorio e le sue risorse idriche, sia uno
dei primi consumatori di acqua minerale. Questo bel primato è
da attribuirsi alle martellanti pubblicità che ci descrivono
l'acqua in bottiglia come un vero e proprio elisir di bellezza, che
ci rende tutt* belli aitanti e scattanti, proponendoci come esempi la
politica di certe aziende multinazionali (guarda caso, sempre gli
stessi nomi!) che per incrementare i loro portafogli devastano la
nostra terra con oscenità ambientali, sprechi e noncuranza.

Intanto, c'è chi si oppone allo
stile di vita dell'acqua minerale e si gira l'Italia alla scoperta di
ristoranti, bar ed esercizi commerciali che dicono no! alla vendita
di bottigliette di plastica inquinanti e supercostose, per riportare
di moda vecchie abitudini che ci siamo troppo in fretta dimenticati.

 

Collaborano con noi: Pablo De Paola, del Contratto Mondiale Acqua e Luca Martinelli della rivista Altreconomia 

 

 

Messa in onda: 27 ottobre 2007

 

Colonna sonora: Canti in Asociale/Macchine allo sfascio

 

Siti utili:
 

www.wikipedia.org

www.altreconomia.it

www.contrattoacqua.it

 

Bibliografia:

Riccardo Petrella (a cura di), L'Italia che fa acqua,  Edizioni IntraMoenia/Carta, 2006

 

Ascolta la trasmissione qui

http://www.goear.com/files/localplayer.swf?file=fd476d4

oppure scarica la puntata da qui 

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Processo ai 25: due secoli e mezzo di carcere

 
 
 
 
 
224 anni e mezzo di carcere sono le richieste dei PM nei confronti deimanifestanti sotto processo per i fatti legati al G8 del 2001 a Genova."Vogliamo pene severe ma non esemplari": questa la frase clou rivolta al collegio giudicante. Una lezioncina in puro stile Canepa-Canciani anche ai giudici. E come se non bastasse anche un po' di morale gratuita per finire sui giornali ricordando che "vorrebbero" pene severe anche per le forze dell'ordine imputate per l'irruzione alla Diaz e per le torture a Bolzaneto.Chissà perché però le loro energie si concentrano dal 2001 in avanti, solo
ed esclusivamente contro i manifestanti?
Chissà come i pm hanno deciso di analizzare i fatti, senza considerarli nella loro interezza: senza considerare la militarizzazione della città,l'utilizzo di reparti speciali (oltre al ben noto e famigerato
Tuscania), l'uso di spranghe al posto dei manganelli, la completa
incapacità a gestire i manifestanti da parte delle forze dell'ordine
giunti in piazza solo “per menare i rossi”. Niente, per i pm non conta
niente ciò che ci fu prima e dopo quelle giornate. Tutti devastatori e
saccheggiatori. Conta solo l'ottusa accusa nei confronti di chi scelse di opporsi alla sopraffazione dell'azienda mondo.
I pm inoltre, in un impeto di moralismo, paragonano i fatti di strada al massacro della Diaz, senza ricordare che alla Diaz i poliziotti sono imputati solo per lesioni, falso e calunnia e non per il massacro che fu realizzato, oltre a fornire alle difese dei poliziotti imputati, straordinari assist.
Due secoli di carcere che ululano alla storia, che chiedono un posto nei libri, il proprio nome a fianco di un evento epocale come fu Genova 2001, ma la storia siamo noi, non voi.
 
 
 
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Roma: Laboratorio antifascista


 

La Rete Antifscista Metropolitana
ospita a Roma il secondo Laboratorio Antifascista a carattere
nazionale.
L’edizione dello scorso Maggio è stata
principalmente di contatto e riepilogo dei percorsi già intrapresi. Questa
volta, all’inizio dell’anno politico, vorremmo canalizzare la discussione su
progetti concreti e sulla loro messa in pratica: un’occasione per delineare e
coordinare l’iniziativa antifascista nelle prossime stagioni.

 

programma

Il laboratorio sarà aperto al csoa Forte Prenestino,
alle ore 10 di Sabato 27 Ottobre, da una breve plenaria per definire ordine del
giorno, programma dei tavoli e metodo di discussione. Subito dopo partiranno i
lavori, suddivisi per tavoli di approfondimento, che andranno avanti fino alle
ore 20.

La due giorni si concluderà con la plenaria prevista alle ore 11 d i
Domenica 28 Ottobre, per consentire a chi viene da fuori Roma di mettersi in
viaggio per tempo. Chi invece resta in città potrà partecipare al corteo
nazionale dei migranti, che parte da piazza della Repubblica, Domenica stessa
alle ore 15.

concerto antifascista

Il 27 Ottobre dalle 22 al l.o.a. Acrobax (ex cinodromo) un concerto
a sostegno della RAM
dove, oltre ad alcuni gruppi locali
(G.T.A. – Automatica
Aggregazione
), saliranno sul palco i
Last
Resort
, leggendaria Oi! band britannica.

Rete Antifascista Metropolitana

 

 

Fonti: scarica il  manifesto  ascolta il  jingle

Ascolta la trasmissione sul fascismo

Ascolta l’intervista alla RAM sull’iniziativa

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