Agguato fascista a Roma

 

Da Indymedia Roma

 

A pochi giorni dalla data in cui Valerio Verbano venne ucciso nel 1980, questo pomneriggio ad un altro ragazzo della stessa età, 19 anni, è stato teso un agguato da 2 fascisti, sotto casa, in zona Vigne Nuove.
Il ragazzo, impegnato nella lotta all’interno delle scuole, è dovuto
ricorrerre a punti di sutura in testa per i numerosi colpi ricevuti con
un tirapugni.

Assemblea e conferenza stampa il 18 febbraio alle ore 12 presso l’Horus Occupato, in piazza Sempione.

Un’altra aggressione dopo quella avvenuta ai danni di un attivista di Action mentre lavorava.

Il 22 febbraio 2008, alle ore 17, corteo contro precarietà, fascismo e razzismo.

E’ già la terza aggressione da quando la campagna elettorale dei
fascisti di Fiamma Tricolore e de La Destra di Storace, è cominciata.

 

Altro su www.ecn.org/antifa 

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Laicità e Vaticano

Alla luce della manifestazione NO VAT che il coordinamento facciamobreccia ha organizzato a Roma sabato 9 febbraio, ci pare giusto perdere un pò di tempo per capire quali sono i motivi di tale mobilitazione. Questo è stato un periodo un bel pò movimentato per quanto riguarda i rapporti Stato-Chiesa, dopo la presa di posizione vaticana riguardo l’invito rivolto al Papa per l’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza e tutto il putiferio mediatico e la strumentalizzazione che ne è derivata. Le continue intromissioni da parte delle alte sfere della cattolicità nella vita pubblica e privata del nostro Paese, non allentano di certo la tensione, dopo i ripetuti attacchi e diktat che la "Santa Sede" invia, imperterrita nel mostrare quei valori sani e naturali di famiglia cattolica e di alta moralità. Sono passati più di vent’anni da quando furono sanciti i così detti accordi tra lo Stato Italiano e la Città del Vaticano, uno dei Paesi più piccoli al mondo ma che gode i migliori privilegi del globo, paragonato a tal punto da essere uno dei migliori paradisi fiscali. Passiamo in rassegna soltanto alcuni di questi vantaggi: dalle quote non pagate dell’ICI, all’acqua pubblica che la città di Roma regala da anni all’altra sponda del tevere, agli affari immobiliari, ai costi degli insegnanti di religione.  Il quadro che ne viene fuori, e lo sappiamo tutt*, è desolante: siamo un Paese che paga continuamente sia in termini economici che culturali e sociali, la vicinanza con il Vaticano che dai tempi più remoti della storia soffia sul nostro collo e sposta il vento a seconda dei propri interessi.

 

Messa in onda: 9 febbraio 2008

 

Colonna sonora: Miele/ Pista Connection

 

Scarica la trasmissione da qui 

 

Siti Utili:

facciamobreccia.org 

 

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Oscurato sito fascista

da vinc3nt.noblogs.org

 

 

Dal
sito www.sbt88.com, leggiamo con gusto e piacere che il 1 febbraio:

Dopo diversi malriusciti tentativi di incursione…, i vili anti-Fascisti
Sambenedettesi da alcuni giorni hanno “eroicamente” oscurato il sito della
nostra Base Militante: www.sbt88.com

Questa
l’immagine che si presenta a visitare il sito.

 

 

 

 

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Cartografia e Potere

Dal momento in cui uno scolaro si affaccia al mondo dell’istruzione, sono molti i luoghi comuni con i quali deve combattere! La colpa è sicuramente di un sistema educativo poco attento alle esigenze e sempre standardizzato, mono-culturale. Alcuni di questi pregiudizi, poi, con il tempo e per chi ne ha voglia vengono svelati, cammuffati e smascherati. Ma c’è ne è uno in particolare che tende a rimanere defilato e difficilmente viene colto per quello che è. Lo studio della geografia, ad esempio,  viene imposto come la mera catalogazione ed elencazione di luoghi, città, fiumi e per molti non è nient’altro che questo. Ad essa poi si associa uno strumento che non fa altro che ampliare questa visione: la cartografia. Da sempre la carta geografica viene presentata come uno studio scientifico oggettivo fedele al territorio che viene rappresentato. Ma se si analizzasse più a fondo questo aspetto, basta poco per comprendere come la cartografia ha, dai tempi più remoti, fatto coppia con il potere. Basti pensare alle carte dell’età romana, quando i territori erano soltanto elenchi delle province dell’Impero, oppure al periodo medioevale quando il mondo era rappresentato come la visione cristiana imponeva. Anche in tempi più recenti, la cartografia non ha mai smesso di essere strumento nelle mani del potere. Mascherandosi dietro la scientificità e l’oggettività del software, la carta continua ad essere strumento nelle mani del più forte, di colui che vuole convincere e inculcare il suo predominio. Un argomento poco avezzo ai più, ma importante per capire i mezzi grazie ai quali il Potere tende e si dispiega.

 

 

ci aiuta a comprendere in modo più approfondito Federico Ferretti, autore di "Il mondo senza la mappa: Elisée Reclus e i geografi anarchici"

 

 

 

Messa in onda: 2 febbraio 2008

 

 

 

Colonna sonora: Banda Osiris

 

 

 

Scarica l’intervista completa a F. Ferretti da qui

 

 

 

Scarica la trasmissione da qui

 

 

 

Piccolo manuale biliografico:

 

F. Ferretti, Il mondo senza la mappa: E. Reclus e i geografi anarchici, Edizioni Zero in condotta 

 

E. Boria , Cartografia e potere, UTET

 

 

 

 

 

 

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Assolutamente un successone

Non potremmo definire altrimenti la manifestazione nazionale
di sabato, non otrebbe passare diversamente agli archivi della memoria nostra e
della città tutta. Chi, dal basso o dall’alto, ha pensato bene di provare a
gettare discredito sul risultato ottenuto dal movimento dei movimenti, sceso
estosamente in piazza, lo ha fatto certo non per amor di cronaca o di
esponsabilità ma perché, i pennivendoli cosentini tutti, assolutamente
funzionali alla realizzazione dei piani criminosi che si perpetrano in questa
città, non possono certo tradire le aspettative dei loro finanziatori/fiancheggiatori
occulti, spesso i soggetti contro i quali, il movimento cosentino si scaglia
nel combattere le sue battaglie per le libertà e la giustizia sociale.

Ridurre ad una mera questione numerica la portata della
giornata di ieri, ricorda il tentativo di qualcuno di voler definire
sovversione la presa di coscienza di tanti e tante che ancora, vogliono credere
e vogliono lottare per rendere il mondo un qualcosa di diverso; pubblicare di
negozi chiusi e commercianti trincerati dietro sbarre, è ammettere candidamente
della faziosità che contraddistingue le redazioni cittadine; provare a
riesumare simboli e frasi che Cosenza non ha mai conosciuto, sa semplicemente
di barzelletta fuori tempo. E ieri si è scesi in piazza per ribadire questo:
Cosenza è una città viva, poco incline a subire passivamente
strumentalizzazioni di sorta, solidale e schierata al fianco dei suoi figli
perseguitati da un teorema visionario, un romanzo, un qualcosa che insomma
tutto è, tranne che un impianto accusatorio presentato per come la legge
dispone ovvero basato su delle prove certe.
Dunque, si riparte dalla piazza, piazza Zumbini per l’esattezza, piazza scelta
non a caso: dice Voltaire, che per misurare il grado di democrazia d’un popolo,
basterebbe fare un giro nelle sue carceri; crediamo noi, che altro strumento
per tastare il polso al grado di democraticità d’una nazione, sia indagarsi su
quante morti bianche vi occorrano ogni anno…

Proprio per voler dare luce a questo dolente tasto, è stato
scelto il monumento ai caduti sul lavoro per far da sfondo al concentramento
dei manifestanti, una sirena da “inizio turno” per scandirne la partenza. Già
la massiccia partecipazione alle iniziative d’avvicinamento alla data di
sabato, ci aveva confortato e non poco, donandoci ottimismo nell’immaginare del
corteo. Ma la sete di partecipazione di Cosenza, ieri, ha stupito anche noi, ed
in specie quando il serpentone s’è inerpicato tra le strade del centro storico,
fredde ed ammuffite mura ma abitate da gente col cuore grande. Questo è il dato
che ci interessa analizzare e rilanciare: la gente non ha mai smesso di credere
e d’essere cosciente che è la partecipazione l’unico strumento di cui dispone
per far sentire la sua voce ed anche se cittadini in una terra martoriata ed
erosa nelle sue viscere dal malaffare, nella quale ogni tentativo di creare una
rete permanente promossa da chi non vuole piegarsi a queste logiche di
prevaricazione viene immediatamente ostraciato da questure, procure e scagnozzi
vari, anche loro, i signorotti detentori dei poteri forti, tremano dinnanzi ad
una partecipazione viva come quella di sabato, mossa sulla scia
dell’indignazione provocata dal loro atteggiarsi in città.

Sosteniamo dunque, essere l’incontro  il momento dal quale far emergere la voglia
di cambiamento mostrata ieri dai cosentini. Incontro e confronto, quali
reazioni genuine da contrapporre alle illiberali coercizioni che s’abbattono
quotidianamente sulle nostre vite. Incontro e confronto che, proprio perché
uniche armi in mano nostra, dovranno avvenire come sempre  alla luce del sole.

Rilanciamo dunque, come nelle giornate di preparazione del
corteo, l’idea di far ruotare il dissenso e la voglia di sovvertire alle
dinamiche che ci vorrebbero perdenti, attorno al chiosco comunale sito in
piazza XI settembre, cui chiederemo il prolungamento della concessione. Che
diventi il punto di raccolta del malcontento d’ogni cittadino, che diventi il punto
di partenza per la costruzione d’una nuova città vivibile. Che faccia circolare
non solo appelli di solidarietà a chi si trova sotto processo, ma anche a chi
nei territori lotta per non farsi schiacciare da logiche che impongono il
malaffare prima della dignità della popolazione. Intanto ricordiamo che lunedì
4 febbraio, nell’aula di Corte d’Assise riprenderà il processo con le arringhe
della difesa, certi che il collegio difensivo non incontrerà nessuna difficoltà
a rendere, agli occhi della Corte, semplicistiche le accuse mosse dal
Fiordaliso.

 

Cosenza, domenica 3 febbraio 2008

COORDINAMENTO LIBERITUTTI

www.cosenza2febbraio.org

liberitutti@inventati.org

 

Per maggiori informazioni clicca qui 


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Repubblica Ceca – Antifascista ucciso da neonazi



ozpor…

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Chasseurs de skins

Ad aprile in Francia uscirà il documentario Chasseurs de skins. Basta vedere il trailer qui sotto (in italiano) per farsi un’idea di cosa stiamo parlando. Consigliamo vivamente a tutti di prenderne visione!
 
http://www.youtube.com/watch?v=_Z51VD6LOmk

 

 

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MO’ BASTA!!

 

 

 

Il processo al Sud Ribelle si avvia verso la chiusura


Dopo oltre 3 anni di udienze, il processo al Sud Ribelle, che vede
imputati 13 compagni, tra cui molti attivisti di Cosenza, provenienti da
diverse realtà di movimento, arriva al suo epilogo. Il PM Fiordalisi
sferra il suo colpo finale nel tentativo di tradurre i propri teoremi
accusatori nei loro confronti in anni di galera. E’ stato fatto
nell’analogo processo di Genova
, lo si vuole riproporre ora anche in quello di Cosenza. Gli scenari in cui sarebbe
maturato l’impianto accusatorio elaborato dal "bravo" Fiordalisi, sono
quelli delle giornate di Napoli e Genova nel 2001. I capi di accusa a
carico dei 13 attivisti – dal sapore tragicomico e straordinariamente
inverosimile perché si basano su una serie confusa di video,
intercettazioni e testimonianze opportunamente risistemati e riformulati
secondo un criterio accanitamente persecutorio – sono di cospirazione
politica mediante associazione al fine di turbare l’esercizio delle
funzioni del governo, effettuare propaganda sovversiva e sovvertire
violentemente l’ordinamento economico costituito nel nostro Stato,
sopprimere la globalizzazione dei mercati economici, alterare l’ordinamento
del mercato del lavoro.

Il tribunale cosentino si occupa di un processo per il quale
vengono spesi migliaia di euro dei contribuenti, ma si tratta di un
processo che colpisce chi da sempre si è opposto e ha denunciato il
sistema corrotto mafioso e partitocratico, mentre dalla stessa
magistratura, nella persona del magistrato antimafia Emilio Ledonne, si
sente affermare che le ricchezze della ‘ndrangheta calabrese sono
nascoste fra un noto studio legale e un ingente numero di edifici e
terreni della città
bruzia e che, nel contempo, i servizi segreti ostacolerebbero, sempre
secondo
lo stesso magistrato, le indagini che vorrebbero smascherare questo
sistema mafioso. Il tribunale di Cosenza probabilmente non ha tempo di
indagare su questi casi.
Difendere i tredici compagni vuol dire difendere non tredici persone,
ma la
stessa libertà di pensiero e di manifestazione delle proprie idee che è
in questo caso perseguitata come non mai.

Per ripercorrere le tappe fondamentali del processo Sud Ribelle, svoltosi
per tutta la sua durata nelle aule del tribunale di Cosenza, rimandiamo
all’archivio di IMC Calabria e di Supportolegale.

 

varie info:

*** AGGIORNAMENTI ***
[SupportoLegale] Processo al Sud Ribelle: chiesti 50 anni di carcere
[ English ] – [ Castillano ] – [ Deutsch ]
Come un racconto può diventare una prova (di Francesco Cirillo)
Dichiarazione dell’imputato Francesco Cirillo sulla requisitoria del PM Fiordalisi
27-01-2008 – Comunicato stampa "Liberi Tutti"
Appello del premio Nobel per la Pace Perez Esquivel per imputati Cosenza
Dichiarazione dello scrittore Erri De Luca

Scarica la requisitoria del PM Fiordalisi

Contributi audio sul processo raccolti dal muro di Radio Ciroma

IL CALENDARIO DELLE PROSSIME UDIENZE
30, 31 gennaio, 4 febbraio, 5 marzo – Arringhe della difesa
Dopodichè la Corte determinera’ eventualmente nuove date per la difesa e quindi la sentenza.

MOBILITAZIONI – IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE
1 Febbraio 2008INCONTRO DIBATTITO con Haidi Giuliani e Silvia Baraldini

2 Febbraio 2008CORTEO contro la repressione, per le libertà, per la
giustizia sociale.
Concentramento alle ore 14.30 in p.zza Zumbini.
A seguire, concerto in p.zza Arenella dalle ore 20.00:
ZION TRAIN (Dub Raggae from UK) + Gente Strana Posse + Torre Raggae + DJ set Bunna outta Africa Unite.

Per informazioni e aggiornamenti:
www.cosenza2febbraio.org
AppelloAdesioni
aggiornate
IniziativePullman e treniMateriale & propaganda
Scarica spot audioGuarda spot video

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Davos e Cosenza legate da un filo rosso


Davos, Napoli, Genova e Cosenza…città molto diverse tra
loro, che hanno pochi tratti in comune, ancor meno ne hanno le tre
città italiane con la ricca e ridente cittadina svizzera a
pochi passi dalla lussuosa Saint Moritz. Eppure c’è un filo
rosso, un filo che si dipana dal quell’intenso 2001 che è
stato protagonista di diversi fatti sui quali ancora oggi cerchiamo
di trovare risposte ai mille interrogativi. Sono più di
trent’anni che in svizzera si incontrano i VIP della politica e
dell’economia, riuniti sotto una sigla WEF (world economic forum) che
detta ancora un volta le regole del gioco politico ed economico
mondiale. Guarda caso, a questi incontri partecipano i grandi nomi
delle industrie private europee e americane, e alcuni la descrivono
come un meeting che tenta di mostrare il lato più umano e meno
crudele di globalizzazione e neoliberismo. Pochi mesi dopo la scena
si sposta in Italia, ma gli attori non cambiano: a Napoli, nelle
giornate di marzo, c’è un altro meeting di potenti, che vuole
imporre regole, governare, stabilire ordine sociale, inquadrare
risposte, fornire soluzioni…proprio come a Genova, in quel luglio
dello steso anno. E Cosenza? Sarebbe la città che avrebbe
guidato i sovversivi, i ribelli, i no global, istituendo una rete del
“sud ribelle” per incoraggiare gli scontri e i disordini nelle
occasioni citate. Non è fantasia, è la verità, o
meglio è quello su cui i pm hanno costituito le loro arringhe
negli ultimi anni per stanare i colpevoli di associazione sovversiva
e cospirazione politica. 13 persone che rischiano 50 anni di carcere.


Dalla serie: colpirne uno, per educarne cento

 

Messa in onda: 26 gennaio 2008

 

Colonna sonora: 99 posse/La vida que vendrà

 

Siti utili:

www.wsf2008.net 

www.faircoop.it/wsf2008 

www.supportolegale.org 

www.cosenza2febbraio.org 

indymediaCalabria 

 

Scarica la trasmissione da qui 

 

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Uno bianca e trame nere

Tra il 1987 e il 1994 la Romagna e le Marche sono
attraversate da un’ondata inaudita di violenza. La banda della Uno Bianca,
composta per i suoi cinque sesti da appartenenti alle forze dell’ordine
commette rapine, omicidi, aggressioni e vere e proprie esecuzioni a sangue
freddo. Le motivazioni ancora oggi, nonostante le sentenze dei processi,
restano oscure. Il “magro” bottino di circa due miliardi di lire è una
possibile motivazione per l’uccisione di 23 persone e il ferimento di qualche
centinaio? E se fosse così a quale fine gli attentati ai camp rom o le
aggressioni a cittadini extracomunitari incontrati per caso lungo la strada?

Di aspetti nebbiosi nell’intera vicenda ce ne sono numerosi,
come la “complicità” del gruppo terroristico Falange Armata, che ad oggi non si
sa bene cosa sia e se effettivamente sia mai esistito. Sicuramente la
conseguenza di queste azioni fu la nascita di un sentimento di terrore nella
zona interessata e il suo continuo ampliamento. A cosa fosse volto questo
terrore, se effettivamente fosse un obiettivo della banda e se dietro ad essa
ci fosse qualcosa di diverso rimarranno forse quesiti senza una risposta
“vera”, ma cercheremo comunque di fare chiarezza su questa questione per non dimenticare
questa “vecchia” storia che sembra rinascere oggi.

Infatti a Bergamo altri individui, appartenenti alle forze
dell’ordine, avevano deciso nel recente passato di farsi giustizia da soli.
Vittime prefissati gli extracomunitari e i diversi in genere. Sarà l’esplosione
di uno stupido sentimento razzista o bisogna temere che il terrore torni a
colpire in Italia?

 

Ci aiuta nello svescerare le zone nebbiose Antonella Beccaria

 

Messa in onda: 19 gennaio 2008

 

Colonna sonora: The Hives/Your new favorite band

 

Bibliografia:

Antonella Beccaria, Uno bianca e trame nere,  Stampa Alternativa, 2007

 

Scarica la puntata da qui

 

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