“Contro la precarietà? Sposare mio figlio o un milionario”

Le battute al fulmicotone del signor cavaliere sono ormai un classico del periodo elettorale (e purtroppo non solamente di quello), ma di fronte alla piaga sociale del precariato uscirsene con affermazioni del genere ci fa sorgere il quesito se quest’uomo si renda conto di quello che combina. In realtà è l’ennesima riprova che la politica istituzionale, comprendente tutto l’arco del Parlamento da un estremo all’altro, vive in un paradiso totalmente scollegato dalla popolazione italiana, e che i ca**i sono solamente nostri. Non ci siamo espressi (e non lo faremo) riguardo queste elezioni, sia perchè speriamo di aver ormai fatto capire quale sia il nostro punto di vista, sia perchè non vogliamo fare anatemi riguardo astensionismo o no, vota il meno peggio, ad individui che sono già stanchi, ma soprattutto perchè non riusciamo proprio a rapportarci con una politica istituzionale così fatta, non positivamente ma tantomeno negativamente. La politica vera sta altrove, nelle strade e nella nostra vita quotidiana.

 

Da Repubblica 

ROMA – 13 marzo 2008 – La ricetta di Silvio Berlusconi contro la precarietà?
Sposarsi un ricco. La battuta, cui il leader del Pdl non ha saputo
resistere, era diretta ad una studentessa che ieri nel corso del
programma "Punto di Vista" del Tg2 gli chiedeva come fosse possibile
per le coppie giovani mettere su famiglia senza la sicurezza di un
posto, e un reddito, fisso.

"Io, da padre – ha risposto Berlusconi sorridendo – le consiglio di
cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere;
e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere". Poi,
ha elencato le proposte contenute nel programma del Pdl per aiutare i
giovani, dalle agevolazioni sui mutui al piano-casa.

All’obiezione del conduttore della trasmissione, Maurizio Martinelli,
che "di figli di Berlusconi in giro ce ne sono pochi" il Cavaliere,
sempre sorridente, ha insistito: "Se dovessi dire qual è il consiglio
più valido, penso sia quello che le ho dato all’inizio…".

La battuta ha scatenato un coro di reazioni indignate da parte del Pd e
della Sinistra Arcobaleno. "Come italiano mi vergogno delle parole di
Berlusconi" commenta Dario Franceschini. "Di fronte a centinaia di
migliaia di giovani italiani che vivono la precarietà del loro rapporto
di lavoro come un’ipoteca sul loro futuro, rispondere ad una ragazza
precaria che il modo di uscire dalla sua situazione è sposare il
proprio figlio, o il figlio di un milionario, suona come un’offesa
insopportabile" continua il vicesegretario del Partito Democratico,
aggiungendo: "Penso che in qualsiasi paese un leader politico, a
prescindere da quale parte politica esso appartenga, sarebbe costretto
a scusarsi per quella battuta offensiva".


Per Fausto Bertinotti, l’uscita di Berlusconi, anche se si tratta di
uno scherzo, è allarmante e "indicativa di una cultura che propone ai
giovani una realizzazione fuori dalla loro vita ordinaria". Per il
candidato premier di Sinistra Arcobaleno viste le proposte della destra
non resta che augurare ai precari "che vincano la lotteria", ma la
ricetta della sinistra è quella di "cancellare l’idea della lotteria" a
favore di miglioramenti concreti.
 
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