La repressione in Birmania è
finita o i media hanno cose più “importanti” di cui
parlare? Il silenzio mediatico è tornato su una delle realtà
più brutali nei confronti dei diritti umani, su un regime
militare che schiaccia la libertà e la vita stessa delle
persone. Le manifestazioni delle settimane scorse, totalmente
pacifiche e guidate dai monaci buddhisti, sono sfociate in
repressione brutale e insensata. Solo a quel punto si è
tornato parlare di Birmania. Negli anni precedenti non si sapeva
neanche cosa fosse la Birmania, e a volte si dimentica anche che
questo regime ha perfino modificato il nome stesso del paese.
Gli interessi economici del ricco
Occidente in Birmania sono molto lucrosi, attività che vanno
ad arricchire la giunta militare e soprattutto a dare agibilità
politica allo stesso. E non si parla dei soliti noti made in U.S.A.,
ma anche del fior fiore dell'economica italiana, il nostro fiore
all'occhiello. Il silenzio mediatico non è magari debitamente
voluto visti i lucrosi guadagni che si possono fare in Myanmar?
Perché non si denunciano anche le società che fanno
affari con il regime?
Messa in onda: 13 ottobre 2007
Colonna sonora: Goran Bregovic/Underground
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