Dopo le utlime vicende politiche riguardanti la "stella cadente" wi-max si può veramente parlare di morte ancora prima della nascita. I soliti noti delle telecomunicazioni si "ruberanno" le licenze, affossando definitivamente la tecnologia che poteva dare veramente una svolta sia per quanto riguarda il digital divide sia per quanto riguarda la mobilità e la connettibilità di noi poveri ebeti che ancora non scendiamo in piazza a fare rivoluzione. Tutto questo nel frattempo che in Spagna proprio il governo punta e investe su una tecnologia così democratica e rivoluzionaria, e perfino il governo in India fa passi in tal senso. Ringraziamo sentitamente i nostri cari politicanti per averci rifilato questa ennessima "cortellata" alle spalle e per mantenerci ad uno stato costante di regresso sociale e tecnologico. In rete si parla già di comprarsi le proprie antenne wi-max, installarsele e costruire una reta tra i vari nodi "illegali" che si andrebbero a costituire. Forse l’unica soluzione per vedere questa tecnologia applicata potrebbe essee questa, in barba a questo stato ancestrale.
Ma per farvi due risate, sperando che una risata li seppellirà, vi includiamo questo simpatico articolo che decreta la morte del nostro caro scomparso (sarebbe più giusto parlare di mai nato) wi-max. AmeN, porca Madonna.
Dopo lunga e penosa malattia, è mancato
all’affetto dei suoi cari il Wi-MAX,
tecnologia innovativa che avrebbe dovuto permettere la connessione
wireless dei PC di case ed uffici con punti di accesso distanti fino
a 60 km.
Ne danno il
triste annuncio il Ministero
delle Comunicazioni e l’Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Come si ricorderà, il Wi-MAX era da lungo
tempo affetto da oligopolosi
cronica ed è stato infine stroncato, nella tarda serata di
ieri, da un pesante attacco di clientelismo
che non gli ha lasciato scampo.
L’accettazione della logica
delle aste per l’assegnazione delle frequenze, insieme ad una
durata delle licenze di 15 anni (rinnovabili), ha purtroppo
confermato le peggiori previsioni degli specialisti. Il Wi-MAX è
morto prima ancora di nascere, stroncato dal peso degli incumbent,
come era già successo alle tecnologie UMTS.
Si spengono in questo modo le speranze di tutti
coloro che avevano guardato a questa tecnologia come ad una possibile
soluzione per portare la connettività Internet a banda larga
nel paese reale, cioè lontano da grandi aziende e
ministeri, tra la gente che avrebbe veramente potuto farne un
uso proficuo.
La data dei funerali non è ancora stata
stabilita. Si dovrà infatti aspettare l’apertura delle aste e
l’assegnazione delle frequenze alle solite aziende in posizione
dominante sul mercato. Non appena queste aziende avranno provveduto
ad impossessarsi delle frequenze, ed a metterle in un cassetto per
proteggere i loro precedenti investimenti in licenze UMTS, verrà
decisa la data dei funerali.
Il Wi-MAX verrà sepolto al Cimitero
Acattolico di Roma a fianco di molti altri sfortunati paladini
della Libertà
e della Democrazia,
da Antonio Gramsci
a Antonio
Labriola e Bruno
Pontecorvo.